Dal governo

Medicina, specializzazioni più brevi: una riforma per 50 scuole

di Marzio Bartoloni (da Il Sole-24 Ore di oggi)

Chi sogna di diventare chirurgo, endocrinologo o psichiatra aspetterà un anno in meno per esercitare la professione. Già dal prossimo anno sarà accorciata la durata dei corsi di specializzazione medica che saranno ridotti a 4 anni in media, contro i cinque di oggi. Il decreto interministeriale a firma del ministero dell'Istruzione con la Salute che introduce un restyling delle scuole di specializzazione è pronto.

Nei giorni scorsi il Consiglio universitario nazionale - presiduto da Andrea Lenzi che ha lavorato nei mesi scorsi alla riforma con un gruppo di esperti - ha dato parere favorevole e ora il Miur entro l'anno dovrebbe dare il via libera definitivo. La riforma appena sarà a regime porterà anche dei risparmi che, dovranno essere reinvestiti per finanziare nuovi contratti di specializzazione: secondo le prime stime 700-800 specializzandi in più potranno entrare nelle scuole in aggiunta ai 5.500 previsti oggi. Come detto, la bozza di decreto prevede innanzitutto l'accorciamento della durata dei corsi che attualmente - come prevede il Dm del 1 agosto del 2005 - sono in media più lunghi rispetto agli standard europei stabiliti dalla direttiva Ue 36 del 2005.

Da qui la decisione di abbreviare di un anno il percorso di formazione post laurea per 30 scuole di specializzazione che non dureranno comunque più di 5 anni (oggi le chirurgie arrivavo anche a sei). Il decreto riduce tra l'altro anche il numero di scuole che scendono a 50 dalle attuali 58 (anche se quelle operative sono 56).

Ma la riforma va anche più in profondità con dei corposi allegati al decreto che rivedono gli ordinamenti delineando le regole su obiettivi formativi, tronco comune e attività professionalizzanti . Quest'ultime in particolare si concretizzeranno in una maggiore pratica al letto del paziente. Intanto, in attesa della riforma che dovrebbe scattare il prossimo anno si potrebbero riaprire le graduatorie dell'ultimo concorso nazionale per le specializzazioni che si è concluso tra le polemiche per un errore nei test (erano stati invertiti dei quiz).

Mercoledì il Tar del Lazio ha accolto in via preliminare un primo ricorso di un aspirante specializzando, ma il ministero frena: «Nessun balletto o girandola di posti per l'accesso nelle scuole di specializzazione. Il ministero procederà regolarmente con lo scorrimento delle graduatorie assegnando i posti secondo i criteri previsti nel bando. Ogni eventuale contenzioso sarà affrontato nelle sedi appropriate. Ad oggi, intanto, sono 4.543 gli iscritti su 5.514 contratti disponibili».