Dal governo

Giornata da leone per Lorenzin. Sta con Renzi e attacca le Regioni: «Responsabili se salta il Patto». In serata stoccata finale: «Non avete il potere di tagliare la Sanità». Manovra/ Ecco l'ultima bozza

di Lucilla Vazza

Giornata lunga oggi per il ministro Beatrice Lorenzin, che in mattinata ha presentato i dati Esiti a cura dell'Agenas e che in serata ha preso parte alla conferenza stampa indetta dai ministri del Nuovo Centrodestra. Una giornata in cui il filo conduttore è stata la linea della fermezza contro le regioni riottose, in piena sintonia con il presidente del Consiglio Renzi.

Stamattina ha giocato duro, il ministro Lorenzin, che senza mezzi termini ha detto: «Se le Regioni decidono di far saltare il Patto per la Salute se ne devono assumere le responsabilità», e parlando dei sacrifici per 4 miliardi di euro che la legge di stabilità chiede alle Regioni, ha incalzato i governatori «Il patto per la salute serve ai cittadini italiani - ha precisato - non al ministro. Se le Regioni pensano di giocare un'operazione "do ut des" hanno sbagliato porta». Ultima stoccata in serata, a margine della conferenza del Nuovo centrodestra riguardo alle critiche espresse dai governatori sui possibili tagli ai servizi: «le Regioni hanno 4 miliardi da tagliare rispetto a tutte le voci di spesa. Io credo - aggiunge - che la sanità sia l'ultimo degli elementi in cui loro interverranno, soprattutto perché non possono farlo in modo diretto». Tradotto: le regioni non hanno il potere e non possono tiranneggiare il governo.

Inaccettabili rilevazioni a macchia di leopardo.
Stamattina, la prima bacchettata era arrivata presentando i dati Agenas. Lorenzin ha voluto sottolineare il senso della rilevazione e l'obbligo di collaborazione a fornire i dati per le misurazioni: «Disparità e differenze tra Regioni non sono più accettabili. Il Piano nazionale esiti non è uno strumento punitivo, ma ha solo l'obiettivo di intervenire per misurare le performance e modificare le anomalie. I direttori generali hanno l'obbligo di adeguarsi al Patto nazionale per la Salute. Per il ministro non ricevere i dati non è accettabile». E questo rimprovero era diretto a quei territori - soprattutto alcune regioni a statuto speciale - «l'invio delle informazioni richieste non è un optional, ma un obbligo», e come contraddirla, visto che alcuni dati sono stati inviati in maniera incoerente.

Il bonus bebè.
La giornata da leone della ministra si è conclusa con la spiegazione sul funzionamento del bonus bebé annunciato da Renzi ieri, nella trasmissione di Barbara D'Urso. Alle mamme con reddito inferiore ai 90mila euro andranno circa mille euro l'anno per tre anni, ovvero 80 euro al mese. Chi supera la soglia dei 90mila euro riceverà il bonus solo se ha un terzo figlio. «Abbiamo fortemente voluto questa misure- ha spiegato Lorenzin - perché se non nascono bambini il paese non avrà futuro e non potrà sostenere il welfare. Cercheremo di estendere queste misure per
cinque anni».