Dal governo

Rossi: i ricchi paghino di più tutte le prestazioni sanitarie

di Roberto Turno (da Il Sole 24 Ore del 18 ottobre)

«Non sarebbe uno scandalo far pagare di più chi ha redditi alti su tutte prestazioni sanitarie. Che so, 2mila euro se la prestazione ne costa 20mila. Chiamiamolo pure un superticket per i ricchi: siamo in emergenza, salveremo la sanità pubblica e chi ha più bisogno». Enrico Rossi, governatore della Toscana, promuove la manovra di Matteo Renzi, dall'Irap, alla decontribuzione fino al Tfr. Ma mette in guardia il premier: «Attenzione alle partite di giro: se meno tasse significano meno servizi e meno sanità, sarebbe una sconfitta: Renzi non vuole certo passare per colui che fa morire il Ssn».

Presidente Rossi, sta forse scoppiando la pace col Governo? Sembra che la prossima settima incontrerete Renzi con proposte che non toccano i 4 miliardi ma li articolano diversamente. La sanità è allora al sicuro?

Incontreremo il Governo con proposte concrete che possono riguardare anche altri comparti, non solo la sanità e le regioni. E ci confronteremo con chiarezza.

Ma la manovra è tutta da buttare?

Io credo che la manovra sia positiva. Proprio oggi ho visitato alcune aziende e tutte apprezzano le misure sull'Irap. Senza scordare la riduzione dei contributi nel primo triennio, il forfait per le partite Iva, le assunzioni del precariato nella scuola, il miliardo e mezzo per la protezione sociale dei precari, i 500 milioni per le famiglie, la possibilità di avare il Tfr in busta paga. La manovra è robusta e lancia un messaggio di fiducia al Paese. Però...

Però?

Stiamo attenti ai tagli alla sanità, altrimenti quel che acquistiamo da una parte, lo perdiamo dall'altra. Sarebbe solo una partita di giro. Tutti gli indicatori ci dicono che nei confronti internazionali la sanità spende poco e ha buoni risultati. È un orgoglio nazionale, un punto di sicurezza e di reputazione per l'Italia. Lo dico con la massima certezza.

Ma non può negare che la lotta agli sprechi va fatta a fondo in sanità, soprattutto in certe regioni.

Certo che va fatta. Gli sprechi vanno colpiti ovunque si annidano. Ma anche nei ministeri, sia chiaro.

Le siringhe super costose le hanno tutti, insomma.

Pare che in Toscana abbiamo i prezzi più bassi. Io ho fatto un conto a spanne, ci chiedono 400 milioni ma nel mio bilancio corrente non posso certo trovarli, al massimo 10-15 milioni, non di più. I compiti a casa li abbiano fatti da tempo e bene. Il bilancio è in pareggio ed è certificato, come quello della sanità.

Però il Governo li vuole.

Per farlo dovrei toccare la sanità. Certo, si può fare meglio. Ma non mi si chieda di eliminare gli extra Lea, di danneggiare i vecchi, non comprare i pc per i malati di sla, non aiutare i portatori di handicap ad avere una vita il più possibile indipendente. Questo mai.

E allora, cosa fare?
Si dovrebbe chiedere un contributo sulle prestazioni sanitarie ai redditi più alti.

Quanto alti?

Decidiamo quanto spingere sull'acceleratore e quanto tenere alta l'asticella, poi scegliamo la soglia dei redditi. Bisogna evitare come la peste i tagli lineari in sanità, che dequalificano il servizio e penalizzano le categorie più deboli che non possono andare dal privato. Mantenendo la struttura universalistica del Ssn e chiedendo in ogni caso un contributo inferiore a quello che si pagherebbe dal privato.

Chi più ha, più paga la sanità: ma i redditi più alti, almeno di chi non evade, non pagano già di più?

È vero, ma è anche vero che siamo in una situazione d'emergenza. Ed è necessario che il Ssn, che serve a tutti, resti un bene nazionale. Non è una tassa. Non sarebbe uno scandalo chiedere ai ricchi, che so, un superticket di 2mila euro per una prestazione che ne costa 20mila. Come non esentare un pensionato benestante.

Presidente, e se Renzi non vi ascolta e non riduce i tagli, che farete? Denuncerete il «Patto per la salute»?

Io voglio raggiungere un accordo col Governo, che è interessato a mantenere un Servizio sanitario nazionale. Davvero non credo che Renzi voglia passare per colui che fa saltare il banco della sanità pubblica.

Ma lei ha mai creduto alla promessa del «Patto» di tenere i risparmi dentro il Ssn?

Sarebbe perfetto. Speriamo che si possa fare. Ma ho idea che più dei risparmi, rischiano di restarci solo i deficit. Per tutte le regioni, questa volta, e con tutte le conseguenze del caso.