Dal governo

Lorenzin al question time conferma i tagli al ministero e non al Fsn e annuncia l'imminenza del Piano nazionale cronicità

E' una Lorenzin rassicurante - e il leader dei governatori Sergio Chiamparino non ha mancato di rilevarlo - quella intervenuta oggi al question time alla Camera: rispetto alle ipotesi di tagli, in vista della stretta da 20 miliardi in arrivo con la legge di Stabilità, il leitmotiv rilanciato dalla ministra della Salute resta sempre l'ipotesi di una sforbiciata del 3% alle spese del dicastero e «non al Fondo sanitario nazionale», è la promessa. Per la razionalizzazione necessaria a riportare conti in ordine e appropriatezza sul pianeta sanità, la stella polare è confermata ed è quindi il Patto per la salute approvato il 10 luglio: «Il ministero e le regioni - ha spiegato Beatrice Lorenzin - stanno lavorando per realizzare l'obiettivo definito dal patto per la salute della creazione delle centrali uniche di acquisto regionali e di quella nazionale e di un sistema di monitoraggio dei prezzi che definisca un prezzo standard. Parliamo di norme e accordi già adottati e che ora devono essere puntualmente attuati».

Non solo tagli: Lorenzin ha anche annunciato i lavori in corso sul Piano nazionale cronicità, previsto dallo stesso Patto, per definire gli interventi utili e «garantire uniformità di cure in tutto il paese». «E' stato identificato un elenco di patologie che meritano particolare attenzione, fra cui il Parkinson», ha sottolineato la ministra che proprio su quest'ultima malattia era stata interpellata alla Camera. «La malattia di Parkison - ha ricordato il ministro - ha un decorso evolutivo con progressivo aggravamento delle condizioni del paziente e occorre dunque fissare strategie diverse sulla base dello stadio della malattia. Ricordo che per questi pazienti è prevista l'esenzione del ticket e possono quindi avere accesso a carico del Ssn a tutte le visite specialistiche necessarie».

Infine, il focus sul nodo esportazione parallela di farmaci: «Condivido la preoccupazione per la carenza di alcuni farmaci come conseguenza dell'esportazione parallela» dall'Italia ad altri Paesi, «un fenomeno in crescita negli ultimi anni che dipende dal fatto che il mercato estero offre condizioni più remunerative rispetto a quello nazionale. Tuttavia questa pratica si conforma alla libera circolazione delle merci sul territorio europeo», ha chiarito Lorenzin. Secondo cui «si tratta di "distorsioni del mercato che destano preoccupazione e a cui stiamo cercando di porre rimedio, ma devo chiarire che la limitata disponibilità non è tecnicamente una carenza in quanto l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha accertato che non risulta alcuna interruzione della fornitura da parte delle aziende. Per ovviare al problema, infatti, già da settembre 2011 l'Aifa ha invitato al rispetto degli obblighi di fornitura in particolare le imprese produttrici di medicinali antitumorali e ha avviato un monitoraggio delle disponibilità richiedendo a ogni azienda un aggiornamento trimestrale. Le recenti disposizioni del decreto legislativo 17 del 2014 hanno rimodulato infine il principio di obbligo di servizio pubblico per evitare proprio le carenze».

Quanto al prezzo del farmaco Leukeran (clorambucile), oggetto della stessa interrogazione perché aumentato da 7 a 95 euro in seguito a rinegoziazione, Lorenzin ha risposto che «nel 2013 la ditta ha richiesto la riclassificazione dalla fascia A alla fascia C e per quanto riguarda il prezzo ha ottenuto un allineamento a quello più basso praticato in Europa».