Dal governo

Patto per la salute: ecco il testo ufficiale firmato e bollinato

Ecco il testo ufficiale, firmato e bollinato dalla presidenza del Consiglio, del Patto per la salute 2014-2015 (VEDI ), già anticipato su questo sito il giorno dopo la firma, venerdì 11 luglio (VEDI ).

Il risultato finale, come già descritto, è un mix tra il testo inviato ai governatori il 30 giugno e quello consegnato ufficialmente alle Regioni per l'intesa finale su cui si sono scatenate le ire dei governatori per le modifiche non concordate cgieste dall'Economia.

Gli articoli "ritoccati" sono sostanzialmente quelli che hanno ripercussioni sulla dotazione finanziaria delle Regioni e quello sul personale in cui si interviene sul blocco del turn over per le Regioni in piano di rientro specificando che il blocco vale solo fino al 31 dicembre dell'anno successivo a quello della verifica positiva e che sarà da rivedere il famoso parametro dell'1,4% di riduzione rispetto alla spesa 2004 più volte richiamato nelle norme per tenere sotto controllo la spesa per il personale.

In particolare, il testo prevede una modifica legislativa perché il blocco automatico del turn over previsto dalla legge per le Regioni in piano di rientro per tutto il periodo di vigenza del piano, si fermi invece al 31 dicembre dell'anno successivo a quello della verifica positiva dell'attuazione del piano stesso.

Per quanto riguarda il contenimento delle spese di personale, dovrà essere modificata la previsione del Dl 98/2011 che prescrive a partire dal 2015 il rispetto del vincolo scritto nella Finanziaria 2010 di un tetto di spesa per il personale pari a quella del 2004 ridotta dell'1,4%, indipendentemente se la Regione sia in equilibrio economico. In particolare la modifica prevede un percorso graduale di applicazione fino al 2020 e, comunque, un approfondimento per aggiornare il parametro dell'1,4 per cento.

Altra modfica è nel compito per la Cabina di regia che dovrà vegliare sull'attuazione del Patto: dovrà monitorare anche l'applicazione delle misure di contenimento della spesa sanitaria individuate dal Governo.

Poi nelle norme finali, si è cambiata la possibilità («potrà» nel testo emendato dall'Economia) di rividere l'intesa sul Patto in caso di modifiche sostanziali delle assegnazioni previste (i 337,3 miliardi nel trioennio) per far fronte a obiettivi di finanza pubblica, con l'obbligo di rivederlo («dovrà» nel testo finale dell'articolo 30).

Infine, il sistema di monitoraggio che Agenas dovrà realizzare per rilevare scostamenti significativi delle performance nelle Regioni in piano di rientro in termini di qualità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogati, dovrà tenere sotto controllo anche eventuali differenze in quantità.

L'applicazione in cento adempimenti
Ora che il testo c'è, bisogna applicarlo. E per farlo c'è un labirinto di scadenze e rinvii (VEDI ) da cui uscire e che potrebbe inficiare, e non poco, quanto previsto nel testo. Il primo caso è quello del riparto dei fondi per i prossimi tre anni, circa 337,5 miliardi di euro, i cui criteri restano ancora da definire con un accordo successivo.

Allo stesso modo è stato individuato per il 31 dicembre 2014 l'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza che nel 2012 - vedi i recenti esiti della verifica del ministero della Salute - sono stati rispettati solo da otto Regioni.

Analoga sorte è toccata al Sistema di valutazione della qualità delle cure; all'istituzione del gruppo di lavoro per l'Assistenza sanitaria all'estero; alla Continuità assistenziale dall'ospedale al domicilio del paziente e al Piano nazionale della cronicità.

Fuori dall'intesa anche la revisione della disciplina per la partecipazione alla spesa sanitaria, i nuovi ticket, posticipati al 30 novembre 2014, e il Patto per la salute digitale, che ha i suoi tempi di attuazione a partire già da questa estate, ma che si protraggono quanto meno fino a fine anno.

Insomma, considerata la situazione, non resta che augurarsi che la Cabina di regìa prevsita proprio dal Patto, deputata al monitoraggio e all'attuazione della nuova intesa nei tempi convenuti, riesca dove altri finora hanno fallito