Dal governo

Terzo settore, il premier Renzi presenta le linee guida della riforma

«Lo chiamano Terzo settore ma in realtà è il primo. Esiste un' Italia generosa e laboriosa che tutti i giorni opera silenziosamente per migliorare la qualità della vita delle persone. È l'italia del volontariato, della cooperazione sociale, dell'associazionismo no profit, delle fondazioni e delle imprese sociali». Così Matteo Renzi annuncia via twitter la Riforma del Terzo settore, che il governo varerà con una legge delega il 27 giugno e che il premier definisce «una delle due gambe insieme alla Pubblica amministrazione su cui fondare una nuova welfare society».

I tre obiettivi. Questi i tre principali obiettivi del profondo restyling in arrivo: costruire un nuovo welfare partecipativo, «fondato su una governance sociale allargata alla partecipazione dei singoli, dei corpi intermedi e del terzo settore al processo decisionale e attuativo delle politiche sociali, al fine di ammodernare le modalità di organizzazione ed erogazione dei servizi del welfare, rimuovere le sperequazioni e ricomporre il rapporto tra stato e cittadini, tra pubblico e privato, secondo principi di equità, efficienza e solidarietà sociale». Il secondo: «valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e occupazione insito nell'economia sociale e nelle attività svolte dal terzo settore, che a ben vedere é l'unico comparto che negli anni della crisi ha continuato a crescere, pur mantenendosi ancora largamente al di sotto, dal punto di vista dimensionale, rispetto alle altre esperienze internazionali». Un «tesoro inestimabile, ancora non del tutto esplorato, di risorse umane, finanziarie e relazionali presenti nei tessuti comunitari delle realtà territoriali che un serio riordino del quadro regolatorio e di sostegno può liberare in tempi brevi a beneficio di tutta la collettività, per rispondere ai nuovi bisogni del secondo welfare e generare nuove opportunità di lavoro e di crescita professionale».
Il terzo obiettivo della riforma «è premiare in modo sistematico con adeguati incentivi e strumenti di sostegno tutti i comportamenti donativi o comunque prosociali dei cittadini e delle imprese, finalizzati a generare coesione e responsabilità sociale».

La riforma Renzi parte dal ridisegnare in modo più chiaro l'identità, non solo giuridica, del terzo settore, specificando i confini tra volontariato e cooperazione sociale, tra associazionismo di promozione sociale e impresa sociale. Il riordino vuole dare stabilità e ampliare le forme di sostegno economico, pubblico e privato, degli enti del terzo settore, assicurando la trasparenza, eliminando contraddizioni e ambiguità e fugando i rischi di elusione. «Noi crediamo - ha aggiunto Renzi - che profit e non profit possano oggi declinarsi in modo nuovo e complementare per rafforzare i diritti di cittadinanza attraverso la costruzione di reti solidali nelle quali lo stato, le Regioni e i Comuni e le diverse associazioni e organizzazioni del terzo settore collaborino in modo sistematico per elevare i livelli di protezione sociale, combattere le vecchie e nuove forme di esclusione e consentire a tutti i cittadini di sviluppare le proprie potenzialità».

I contenuti. Accanto al servizio militare è previsto un Servizio civile nazionale universale, aperto ai giovani dai 18 ai 29 anni, fino a un massimo di 100.000 volontari l'anno, per una durata di 8 mesi, prorogabili di altri 4, aperto alla partecipazione di cittadini stranieri. Intento del governo è «dare stabilità e ampliare le forme di sostegno economico, pubblico e privato, degli enti del terzo settore», anche attraverso il «potenziamento del 5 per mille» e la «definizione di un trattamento fiscale di favore per "titoli finanziari etici", così da premiare quei cittadini che investono nella finanza etica i loro risparmi. Il progetto del governo include inoltre l'«introduzione di nuove modalità per assegnare alle organizzazioni di terzo settore in convenzione d'uso immobili pubblici inutilizzati».
L'attuale meccanismo di destinazione e assegnazione dei beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata, verrebbe riorganizzato «ai fini di un maggiore coinvolgimento degli enti del Terzo Settore nella gestione di questi beni medesimi e per il consolidamento e lo sviluppo di iniziative di imprenditorialità sociale».

Partecipazione aperta. «Su tutte queste proposte -conclude Renzi- ci piacerebbe conoscere le opinioni di chi con altruismo opera tutti giorni nel Terzo settore, così come di tutti gli stakeholder e i cittadini sostenitori o utenti finali degli enti del no-profit». Per inviare proposte e i suggerimenti, il presidente del Consiglio ricorda che è stato attivato l'indirizzo terzosettorelavoltabuona@lavoro.gov.it. La consultazione sarà aperta dal 13 maggio al 13 giugno. Nelle due settimane successive il Governo predisporrà il disegno di legge delega da approvare in Cdm il 27 giugno.

Le reazioni. «Abbiamo condiviso le linee guida del presidente del Consiglio e siamo pronti a lavorare sugli indirizzi per concretizzare nel più breve tempo possibile i provvedimenti. I quali sono attesi ormai da troppi anni dal mondo del Terzo settore e sono necessari per liberare le tante energie ancora inespresse». Così Edoardo Patriarca, presidente del Centro Nazionale per il Volontariato e parlamentare Pd, commenta la bozza di riforma del terzo settore. Una riforma che, sottolinea Patriarca, «non si limita a venire incontro alle richieste di settore, bensì è un pezzo importante del rilancio dell'Italia, perché ha l'obiettivo di rafforzare il Terzo settore inquadrandolo come elemento centrale per la tenuta democratica del Paese». "Gli obiettivi della riforma - aggiunge - sono alti: rigenerare il welfare in chiave partecipativa, liberare il potenziale inespresso del terzo settore per la crescita del Paese, premiare il sostegno alla buona Italia. Le priorità di azione sono la riforma del Codice Civile, per superare l'anacronistico bipolarismo stato-mercato; la stabilizzazione del cinque per mille, a partire da subito; il servizio civile universale, per permettere a tutti i giovani che lo vogliono di poterlo svolgere; la riforma delle leggi sull'impresa sociale, sulle associazioni di promozione sociale e sul volontariato che hanno bisogno di una robusta opera di manutenzione».

«Siamo molto soddisfatti delle linee guida per una riforma del Terzo Settore, twittate stanotte dal premier. È un testo nel quale ci riconosciamo e al quale, abbiamo attivamente e costruttivamente contribuito». Questo il positivo commento a caldo del Portavoce del Forum Pietro Barbieri. «Nel documento sono presenti i nostri principi ispiratori - la valorizzazione della sussidiarietà verticale e orizzontale e dell'economia sociale, la costruzione di un welfare partecipativo,l'incentivo alla partecipazione, alla donazione e alla prosocialità - e tutti i principali temi di riforma di cui il Terzo Settore Italiano necessita: dal Libro I e V del Codice Civile, alla normativa sul 5 per mille, al servizio civile universale, all'impresa sociale, fino alla normativa speciale riguardante il volontariato e le associazioni di promozione sociale. Non è solo una mera elencazione ma anche un delineare delle piste di lavoro che ripercorrono gli indirizzi da sempre sostenuti dal Forum e dalle sue oltre 80 reti e organizzazioni nazionali di Terzo Settore».