Dal governo

Stati generali, Renzi: «Def, le coperture ci sono. Ma i risparmi vanno fatti anche in sanità»

«Le coperture ci sono dal primo giorno, siete voi che non ci credete». Così il premier Matteo Renzi ha risposto ai giornalisti sul Def arrivando all'auditorium dove si svolgono gli Stati generali della sanità. «È da venti giorni - ha poi aggiunto - che sono pronte».

Sui tempi del Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, Renzi ha assicurato: «non faremo mezzanotte, faremo in tempo per i Tg»

Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è giunto all'Auditorium Parco della Musica per gli stati generali della Salute. Il capo dello Stato è seduto in prima fila accanto al premier Matteo Renzi.

Renzi ha proseguito spiegando che quando si parla di Sanità non «solo si parla di un settore della Pa», ma ad esempio significa parlare di «che tipo di attenzione immaginiamo alla maternità» in un Paese che ha «un indice di natalità devastante».

«Non c'é ombra di dubbio - ha proseguito - che con un orizzonte così ampio» come quello delineato dal ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, «parlare di Stati Generali della Salute non significa affrontare un semplice centro di costo. Non dobbiamo parlare di tagli ma di strategia». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

«È evidente che la revisione della spesa va fatta, è una priorità. E in questa revisione della spesa il criterio chiave è che chi ha preso troppo deve restituire quello che ha avuto alle famiglie che sono sotto i 1500 euro al mese e che non ce la fanno più», ha speigato Renzi

Matteo Renzi annuncia anche tagli nel settore della sanità. Intervenendo agli Stati generali della Salute assicura che «non ci sarà per nessun manager della Asl la possibilità di superare il tetto di stipendio previsto per i manager pubblici». «E se questo - ha aggiunto il premier - vorrà dei fare a meno di qualche auto blu, vorrà dire che ne farete a meno»

Parlando della riforma del Senato e il Titolo V della Costituzione, Rwenzi ha detto che non saranno fatte per penalizzare le Regioni. «Negli ultimi anni - ha dichiarato - il sistema istituzionale e politico ha più volte lanciato messaggi di allarme sul mancato funzionamento di alcune strutture. In parte riguardano lo Stato con il necessario superamento del bicameralismo perfetto; in parte riguardano anche la relazione tra stato e regioni».

«Noi - ha aggiunto Renzi - crediamo nel ruolo delle regioni, al punto da farne il cuore del Senato delle autonomie ma abbiamo anche bisogno di dirci che, in questi anni, la credibilità e l'autorevolezza delle Regioni è stata messa a dura prova - non dall'atteggiamento ostile del Governo o delle istituzioni centrali - ma da alcuni fenomeni diffusi che hanno provocato l'allontanamento dai cittadini. Se siamo nelle condizioni di immaginare un futuro diverso - ha concluso - non dobbiamo farlo gli uni contro gli altri».

Lo sviluppo del settore della sanità «si collega alle grandi sfide economiche del Paese». Quello che però serve é «dire quale sia la
strategia» da seguire in questo campo, ha aggiunto.
In primo luogo il premier chiarisce che «quando parliamo della salute significa anche immaginare quale attenzione daremo alla maternità, all'educazione, all'alimentazione e obesità, alla costruzione delle scuole e allo sport».

L'obesità per esempio, aggiunge, «é uno dei problemi che dobbiamo combattere attraverso l'educazione». Renzi, dopo aver ricordato che l'Expo 2015 di Milano dedicata all'alimentazione «sarà l'occasione per raccontare un pezzo d'Italia nel mondo (e già oltre 140 paesi la loro adesione)», fa una riflessione sul settore farmaceutico, spesso oggetto di critiche e polemiche. Il premier chiarisce che questo settore, la ricerca farmaceutica in particolare, rappresenta un punto di riferimento avanzato dell'Italia nel mondo. «Certo - sono ancora parole del premier - continua la
nostra politica di attenzione ai costi ma dobbiamo anche dire che l'Italia é un posto dove le idee dei giovani ricercatori trovano risposta».

La sanità ancora, prosegue Renzi, «si collega all'attività di tutti i giorni e non dobbiamo dimenticare in questo senso il lavoro svolto da 5 milioni di volontari. Dobbiamo educare i giovani - continua - che attenzione alla
salute significa anche servizio civile».

Insomma, conclude Renzi, «é bene sapere che quando si discute di sanità si discute di noi e si costruisce un pezzo d'Italia».