Dal governo

Ferite da taglio e punta in ambienti sanitari: il Consiglio dei ministri approva il Dlgs di adeguamento alle norme Ue

Il Consilgio dei ministri di oggi ha approvato su proposta del ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, e di ministri di settorela direttiva
2010/32/UE, che attua l'accordo quadro concluso da HOSPEEM e FSESP, in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario (co-proponente il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin).

Scopo del provvedimento è ridurre il numero di ferite e punture accidentali che si verificano in ambienti sanitari, per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e per la riduzione dei costi connessi (valutati in circa 850 euro per evento, a carico del datore di lavoro pubblico o privato); studi del settore ne stimano infatti in Italia un'incidenza pari a circa 96.000 casi all'anno.

Come già annunciato questa mattina su questo sito (VEDI ) Il Dlgs è praticamente conforme al testo originario, solo con piccoli aggiustamenti chiesti dalle commissioni parlamentari. E disegna le regole per garantire la massima sicurezza possibile negli ambienti di lavoro sanitari, grazie alla prevenzione delle ferite provocate da tutti i tipi di dispositivi medici taglienti (punture di ago comprese) e alla protezione dei lavoratori a rischio nel settore ospedaliero e sanitario. Un fenomeno, quello delle ferite e delle punture o tagli accidentali che, secondo la relazione al provvedimento coinvolge ogni anno in Europa circa un milione di operatori (in Italia sarebbero 130mila), soprattutto in servizio nei reparti di degenza.

Il provvedimento prevede tra le altre cose l'obbligo di provvedere alla sicurezza è del datore di lavoro che deve assicurare che il personale sanitario (ma anche gli studenti che seguono corsi di formazione e i sub-fornitori) sia formato e dotato di risorse adatte a operare in condizioni di sicurezza, deve adottare misure per eliminare o contenere al massimo il rischio di ferite e infezioni sul lavoro grazie a una politica globale di prevenzione che tenga conto delle tecnologie più avanzate, creare le condizioni per favorire la partecipazione attiva dei lavoratori e dei loro rappresentanti all'elaborazione delle politiche globali di prevenzione e non supporre mai come "inesistente" un rischio, ma dare sempre alle misure di prevenzione un ordine di priorità - che la stessa direttiva indica - per eliminare e prevenire i rischi e creare un ambiente di lavoro sicuro, con la collaborazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. (VEDI GLI ALTRI CONTENUTI )