Dal governo

Medicina convenzionata: ecco l'atto di indirizzo approvato dal Comitato di settore Regioni-Sanità. Il testo

Via libera del Comitato di settore all'atto di indirizzo per la medicina convenzionata.

«Ora si parte. E' un atto decisivo che unito al Patto sulla salute e al fatto che ci sia certezza di finanziamenti fino al 2016 pone le condizioni per un cambio di passo del sistema. E i medici di medicina generale hanno ora l'opportunità per stare dentro questo processo». Questo il commento al Sole-24 Ore Sanità del presidente del comitato di settore Claudio Montaldo, assessore alla sanità e vicepresidente della Liguria

«Un contesto rinnovato che consentirà di incontrare il mondo della medicina generale , della pediatria e della specialistica su un terreno innovativo per accrescere la capacità di risposta sanitaria del territorio», ha aggiunto Montaldo.

«Si tratta - ha spiegato Claudio Montaldo - di un atto che affronta in modo complessivo la convenzione e non si limita solo ad attuare quanto previsto dal decreto Balduzzi».

L'atto è stato inviato al Governo (ai ministri Lorenzin, Saccomani, D'Alia e Delrio) e «rappresenta una proposta - ha spiegato Montaldo - che consentirà di incontrare il mondo della medicina generale, della pediatria e della specialistica su un terreno innovativo per accrescere la capacità di risposta sanitaria del territorio con un'attenzione particolare alla quota crescente di pazienti cronici. In questo rinnovato contesto - ha aggiunto - il ruolo del medico di medicina generale può riacquisire una indispensabile centralità nel sistema delle cure primarie, all'interno di una dimensione associazionistica, collegiale e di collaborazione con gli altri operatori sanitari».

Per questo si legge nell'atto che «è necessaria una profonda revisione del modello assistenziale territoriale che, facendo affidamento sui medici convenzionati, promuova, diversamente da quanto già succede, l'erogazione dell'assistenza primaria con modalità multiprofessionali e integrate».

«Il sistema sanitario – ha concluso Montaldo – è ormai saldamente articolato sulle Regioni e quindi è assolutamente naturale che anche gli strumenti che derivano dai contratti e dalle convenzioni possano aderire meglio alle esigenze delle singole realtà territoriali».

E nella lettera di accompagnamento per la trasmissione dell'atto il comitato di settore annuncia ai ministri che sta ultimando l'atto di indirizzo anche per l'area della dipendenza (dipendenti delle Regioni e del Servizio sanitario nazionale) per il quale «auspichiamo - si legge nella lettera - che le amministrazioni statali coinvolte procedano, in tempi rapidi, a risolvere la problematica connessa all'attuazione dell'articolo 40, comma lI, del D,Lgs 165 del 2001, relativamente alla definizione delle aree e dei comparti di contrattazione, atto propedeutico e indispensabile all'avvio della contrattazione».

Il testo dell'atto di indirizzo (già anticipato più volte nei vari passaggi su questo sito: VEDI 1 e 2 ) è stato di recente (VEDI ) oggetto delle proteste dei sindacati per il ritardo nel varo che ha portato alla dichiarazione dello stato di agitazione della Fimmg. Lle Regioni (VEDI ) hanno subito rinfacciato alla Fimmg di criticare un percorso condiviso. «Certe osservazioni sembrano non tener conto del contesto politico-economico particolarmente complesso degli ultimi anni», hanno detto Montaldo e il coordinatore degli assessori alla sanità, il veneto Luca Coletto.

Per quanto riguarda però lo stato di agitazione, anche ora che l'atto di indirizzo è stato approvato il sindacato va avanti.
«Finalmente, dopo quasi un anno di ritardo, il Comitato settore della Conferenza Regioni ha inviato l'atto di indirizzo, speriamo che non si tratti di una falsa partenza», ha commentato il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo.


«Non sappiamo se sia superato l'equivoco che ha scatenato la fuorviante polemica dei giorni scorsi: che si possano rinnovare le convenzioni a costo zero. Ci sembra una commedia pirandelliana consumata a danno dei medici, anche da chi dovrebbe stare dalla loro parte, e a danno dei cittadini che vedono trascurate le loro necessità assistenziali», afferma
Nicola Preiti coordinatore nazionale Medicina convenzionata della Fp-Cgil medici. «Il passaggio dall'ospedale al terriotrio non è gratis, come ha affermato anche il ministro Beatrice Lorenzin: la proposta inviata dalle Regioni va in questa direzione e prevede risorse commisurate alle ambizioni o si tratta di un altro "atto" della commedia? Le Regioni sostengono di aver convenuto tutto il percorso"in più occasioni ed in diversi incontri". Quando, cosa e con chi non è dato sapere. Nella prima bozza di atto di indirizzo avevamo rilevato vari limiti, oltre alla pretesa del rinnovo a costo zero senza risorse e senza investimenti. Ne citiamo due: 1) non si indicava un rinnovo delle convenzioni omogeneo e coerente su tutto il territorio nazionale. In tal modo si accentuerebbe la già evidente disparità locale di servizi, attività, compiti, funzioni e reddito dei professionisti, con penalizzazione per i territori più disagiati. 2) L'atto era debole sul ruolo dei medici convenzionati con imprecisato incremento di obblighi e compiti (a costo zero) ma senza neanche relazionarli al territorio e agli altri servizi in cui e con cui lavorano. E vi era un ruolo molto riduttivo del distretto.
La Cgil ha presentato da tempo proposte organiche e sostenibili sulla base di un pensiero riformatore, per garantire l'assistenza 7 giorni su 7. Per avere un rinnovo delle convenzioni utile a medici e cittadini, bisognerebbe aver chiaro quale riforma sia opportuna per l'assistenza territoriale e le cure primarie, nel quadro del Patto per la Salute e del riassetto complessivo del sistema sanitario. E mettere le risorse necessarie».

«Il via libera all'Atto d'indirizzo rappresenta un fatto positivo, anche se è da rimarcare come esso arrivi con forte ritardo rispetto ai tempi che erano previsti dalla legge», afferma il segretario generale del Sumai-Assoprof, Roberto Lala.
«Dopo aver atteso più di un anno per la definizione dell'Atto, a questo punto - specifica Lala - auspichiamo vivamente che non vi sia un nuovo 'stallo' che dilati ulteriormente i tempi e che si possa a breve aprire il Tavolo per la trattativa».