Dal governo

ANTEPRIMA Sicurezza lavoro: le linee di indirizzo 2014 all'esame delle Regioni

di Barbara Gobbi

Il miglioramento della salute e della sicurezza dei lavoratori passa anche per l'attivazione di flussi informativi specifici, per la realizzazione di una banca dati ad hoc, per un monitoraggio che "a ragion veduta", cioè sulla scorta di dati attendibili e a cui si possa facilmente attingere, consente di programmare le scelte di prevenzione e gli interventi per settore di attività, ma anche per genere e per rischio professionale. Da qui la ratio che sottende alle linee comuni 2014, che andranno realizzate sulla scorta degli Indirizzi 2013 fissati dal Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro (art. 5 Dlgs 81/2008).

Il testo, inviato per l'Intesa alla Conferenza unificata, mette dunque in fila una serie di indirizzi e di azioni da realizzare (si vedano tabelle). Obiettivo dichiarato, come si legge nel documento, è «perseguire linee comuni delle politiche nazionali di prevenzione, assicurare un migliore coordinamento nella programmazione delle azioni di vigilanza, conseguire migliori conoscenze per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con una più funzionale individuazione di priorità di ricerca». Priorità che dovranno passare, viste anche la crisi economica e l'esigenza di razionalizzare gli interventi, per scelte che privilegino i «profili sostanziali di sicurezza e di salute, evitando doppi controlli e sovrapposizioni». Senza soffermarsi «su aspetti formali, privi di valenza preventiva».

I rischi "osservati speciali" per il 2014 sono quelli legati all'aumento dell'età - che comporta un allarme sulle malattie muscolo-scheletriche - alle esposizioni a cancerogeni e alle differenze di genere. Su quest'ultimo punto, nel testo si rileva come «a fronte del minor abbattimento infortunistico registrato nei confronti delle lavoratrici rispetto ai lavoratori e delle diverse condizioni di lavoro e di rischio, le azioni a tutela della differenza di genere in materia di salute e sicurezza sul lavoro devono collocarsi in una prospettiva di una maggiore specificità della valutazione del rischio e delle conseguenti misure organizzative».

Sotto la lente i due settori edilizia e agricoltura: una quota non inferiore al 22% dei cantieri notificati in ciascuna Regione deve essere oggetto di controllo coordinato; per l'agricoltura, le azioni congiunte di Asl e direzioni territoriali del lavoro (Dtl) dovranno concentrarsi nelle aziende dove siano presenti "ambienti confinati" (come autoclavi nel settore vitivinicolo), «con particolare riguardo a quelli la cui manutenzione o pulizia sia affidata a terzi, in regime di appalto o simili».