Dal Governo

Trapianti, ecco gli ultimi dati sulla qualità

di Barbara Gobbi

Attività, risultati e complessità della casistica. Sul sito del ministero della Salute compaiono oggi i dati aggiornati al 2011 (restano esclusi quelli al 2012-2013 perché «al momento dell'analisi non tutto il campione aveva maturato un anno di follow-up») sui trapianti per singolo organo e sulle conseguenze per la qualità della vita dei pazienti.
La qualità dei trapianti effettuati in italia - spiegano dal Cnt - è migliorata notevolmente negli ultimi anni e anche nel 2011 l'outcome dei trapianti italiani è paragonabile o superiore ai principali Paesi europei, come evidenziato dai principali registri internazionali».
Le "tavole" sulla qualità derivano da un'iniziativa dell'Istituto superiore di Sanità, che nel 2002 ha avviato un progetto di valutazione dell'assistenza sanitaria con l'obiettivo di migliorare lo stato di salute, innalzare il grado di soddisfazione dei cittadini e offrire strumenti di trasparenza. Il Cnt è stato il primo ad aderire al progetto Iss, sottoponendo l'attivita di trapianto a valutazione, attraverso l'individuazione di criteri condivisi e il coinvolgimento di tutti i centri operativi e dei professionisti del settore.

In "chiaro", intanto, i risultati per organo sul reinserimento nella normale vita sociale del paziente trapiantato:
Cuore: nell'89,3% dei casi i pazienti lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale; la sopravvivenza a un anno dell'organo è dell'83,2%, quella del paziente sempre a un anno è dell'83,9%;
Fegato: nel 75,9% dei casi i pazienti italiani sottoposti a trapianto di fegato lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale; la sopravvivenza a un anno dell'organo è dell'83,6%, quella del paziente è dell'86,7%
Rene: nell'89,5% dei casi i pazienti italiani sottoposti a trapianto di rene lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale; la sopravvivenza dell'organo a un anno dall'intervento è del 93,6%, mentre quella del paziente è del 98%.