Dal Governo

Cure all'estero: da oggi si farà così. Il Consiglio dei ministri approva il decreto di recepimento della direttiva Ue

di Barbara Gobbi e Rosanna Magnano

Via libera del Consiglio dei ministri al Dlgs al decreto legislativo che attua la direttiva 2011/24 sulle cure all'estero: da oggi i cittadini comunitari che necessitano di cure oltrefrontiera potranno quindi usufruirne, programmandole per tempo e con la certezza del rimborso. Se il decreto rappresenta un decisivo passo avanti nella realizzazione della cosiddetta "Schengen sanitaria", perché i diritti siano concretamente esigibili va però riempito di contenuti. Non solo molti Paesi europei sono ancora in ritardo nell'attuazione della direttiva (il cui recepimento scadeva lo scorso 24 ottobre): il testo varato oggi dal Cdm contiene una serie di indicazioni e paletti ben precisi, che andranno tradotti in indicazioni e azioni pratiche.

A partire dal Punto di contatto nazionale messo a disposizione del pubblico sul portale del ministero della Salute e a cui faranno riferimento i singoli punti di contatto che le Regioni eventualmente decideranno di istituire. Qui convergeranno tutte le informazioni di cui i pazienti italiani ed esteri avranno bisogno per documentarsi su procedure e modalità di accesso alle prestazioni. Che in ogni caso saranno rimborsate secondo un principio di reciprocità. Mentre la Sanità privata resta del tutto esclusa dal decreto. E se il testo sancisce il principio del "diritto al rimborso dei costi dell'assistenza sanitaria transfrontaliera", questo avverrà soltanto in ambito Lea: i costi sostenuti da una persona assicurata in Italia «sono rimborsati se e nella misura in cui la prestazione erogata sia ricompresa nel Livelli essenziali di assistenza», salve diverse disposizioni delle Regioni. Le quali potranno decidere anche di rimborsare spese di viaggio, alloggio e/o costi supplementari eventualmente sostenuti a causa di una o più disabilità da una persona disabile che riceve assistenza all'estero. Per la verifica dei costi da rimborsare andranno previsti «meccanismi trasparenti», «fondati su criteri obiettivi, non discriminatori e preventivamente conosciuti». In ogni caso, vale il principio del rimborso in base allle tariffe regionali vigenti, fatta salva la possibilità di interventi - adottati con decreto del ministero della Salute di concerto con Economia e Finanze - che deroghino a questo principio «per motivi di interesse generale» quali l'esigenza di garantire il controllo dei costi.

Il rimborso - che andrà richiesto all'Asl è soggetto ad autorizzazione preventiva soltanto in determinati casi (v. testo correlato), ma in ogni caso il via libera non può essere negato quando sul territorio nazionale l'assistenza non sia erogabile in tempi congrui alle necessità di cure. Entro 30 giorni dovrà arrivare la decisione dell'Asl sul "sì" o il "no" (debitamente motivato) alla cura transfrontaliera (anche via telemedicina), ma i tempi si dimezzano nei casi più urgenti. Il rimborso andrà richiesto entro 60 giorni sempre all'Asl, che nei successivi due mesi dovrà provvedere.

A un accordo Stato-Regioni il decreto affida il compito cruciale di provvedere a organizzare sistemi per valutare gli standard di qualità dell'assistenza e della scurezza del paziente tramite indicatori per misurare le performance di ospedali e medici, che consentiranno di trovare le migliori prestazioni. Prestazioni da cui in ogni caso restano esclusi i servizi long term care, i trapianti d'organo, i programmi pubblici di vaccinazione.

ECCO IL TESTO DEL DECRETO