Dal Governo

Cure palliative e terapia del dolore: ecco le figure professionali che potranno erogarle. Reti attuali a rischio chiusura

di Rosanna Magnano

E' all'ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni di domani la bozza di accordo tra Governo e Regioni sull'individuazione delle figure professionali competenti nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, nonché delle strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali e assistenziali coinvolte nelle reti delle cure palliative e di terapia del dolore. Il provvedimento è previsto dall'articolo 5 comma 2 della Legge n. 38/2010. Pur essendo un atto dovuto, il testo rischia però di tagliare fuori dalle reti di erogazione dell'assistenza centinaia di medici esperti che non rientrano nei profili previsti, ma che si sono formati sul campo. Per questo la Società italiana di cure palliative (Sicp) e la Federazione italiana di cure palliative (Fcp) chiedono un regime trasitorio.

La bozza dell'Accordo individua le figure professionali competenti nelle cure palliative dell'adulto, nella terapia del dolore dell'adulto e nell'ambito pediatrico (dove la rete è unica sia per le cure palliative che per la terapia del dolore). Ma individua anche i percorsi formativi ai fini dello svolgimento di attività professionale nelle strutture sanitarie pubbliche e private e nelle organizzazioni senza scopo di lucro che operano nelle'ambito delle due reti, inclusi i periodi di tirocinio obbligatorio presso le strutture.

A garantire le cure palliative per i pazienti adulti saranno medico specialista in anestesia, rianimazione e terapia intensiva, ematologia, geriatria, medicina interna, malattie infettive, neurologia, oncologia medica, radioterapia; medico di medicina generale, psicologo specialista, infermiere, fisioterapista e dietista, assistente sociale e operatore socio-sanitario. Con queste figure si può integrare anche l'assistente religioso.

Per la terapia del dolore dell'adulto sono individuati il medico specialista in anestesia, rianimazione e terapia intensiva; in rapporto alla specificità delle diverse patologie, tramite il supporto dei medici specialisti in geriatria, medicina interna, neurologia, onclogia medica, radioterapia; il Mmg, lo psicologo specialista, infermiere e fisioterapista.

Per l'area pediatrica, vengono individuati: medico specialista in pediatria, anestesia, rianimazione e terapia intensiva, il pediatra di libera scelta, infermiere, infermiere pediatrico, fisioterapista e dietista, assitente sociale e operatore socio-sanitario. Anche in questo caso si può integrare la figura dell'asssitente religioso.

La formazione. Negli allegati tecnici sono elencati i contenuti dei percorsi formativi obbligatori divisi tra competenze organizzative, psicorelazionali e psicosociali, etiche e cliniche. Tra i contenuti comuni dei percorsi formativi obbligatori per la terapia del dolore c'è ad esempio il «saper individuare e riconoscere la persona con dolore persistente e cronico, come sintomo di una patologia algogena cronica, o con dolore "malattia" e la e la eleggibilità per la presa in carico nella rete di terapia del dolore». Per le cure palliative, tra i contenuti comuni per i professionisti che operano nella rete c'è, per esempio,«il saper gestire la comunicazione con i familiari nei passaggi ciritici della progressione della malattia e della perdita di autonomia del malato». Per l'area pediatrica, si trova il «saper valutare e gestsire le spettative del bambino e della famiglia, saper riconoscere il livello di consapevolezza e adattabilitàdi bambino e famoglia lla diagnosi e al piano assistenziale individualizzato».

Il nodo da sciogliere dei medici formati sul campo. Il provvedimento era naturalemente atteso e previsto dalla Legge 38/2010, ma lascia sul tavolo un'importantissima questione aperta. Ovvero di garantire la possibilità di continuare a operare per molti medici esperti in cure palliative che hanno acquisito le competenze sul campo ma che non rientrano nei profili individuati dalla stessa Legge 38 e dall'Accorso Stato-Regioni che sarà discusso domani alla Conferenza stato-Regioni.


«Per scongiurare il pericolo di un grave arretramento nel livello di erogazione dei servizi - spiegano Adriana Turriziani, presidente Sicp e Luca Moroni, presidente della Fcp - riteniamo indispensabile che vengano preservate le competenze acquisite in questi anni da medici senza specializzazione o con specialità diverse da quelle previste dalla disciplina. Per questo, è necessario un provvedimento che riguardi un periodo transitorio, in attesa che i giovani medici concludano l'iter formativo. Contemporaneamente, è necessario un rapido ed efficace iter dell'accordo Stato Regioni sull'art 5 comma 2 in merito alle figure professionali con specifiche competenze ed esperienza nel campo delle cure palliative».

Insomma il provvedimento all'esame della Stato Regioni di domani è un passaggio importante che deve però tenere conto delle caratteristiche degli oltre 2.000 medici che oggi consentono l'operatività degli Hospice e delle cure palliative domiciliari.


Secondo un'indagine della Fcp e della Sicp, la metà dei medici palliativisti non possiede una delle specialità indicate dalla legge 38 e un terzo non ha alcuna specialità.

«Si tratta di professionisti con diversi anni di esperienza - spiega Luca Moroni - detentori oggi delle più elevate competenze nel nostro paese. Si tratta di coloro che hanno contribuito a fare la storia delle cure palliative italiane, permettendone lo sviluppo in una fase pionieristica e rappresentano una risorsa indispensabile per garantire l'attività di assistenza ai pazienti».

«Senza questi medici - conclude il presidente della Fcp - la maggior parte degli Hospice e delle equipe di cure palliative domiciliari sarebbero costretti a chiudere».