Dal Governo

Isee: via libera di governatori e sindaci al nuovo riccometro

di Rosanna Magnano

OK da governatori e sindaci al Dpcm che detta le regole per il nuovo Isee. Il provvedimento ha infatti avuto il via libera della Conferenza unificata. Tra i punti salienti del nuovo indicatore della situazione economica equivalente: salvaguardia dell'autonomia di Regioni e Comuni, aiuti a disabilità e non autosufficienza, maggiori controlli sulla veridicità dei dati, rafforzamento dei meccanismi di sicurezza negli scambi informatici tra Inps e Regioni, possibilità di «aggiornare» l'indicatore attraverso l'Isee corrente. Obiettivi del riccometro: stanare i furbi del welfare e rendere più equo l'accesso ad agevolazioni e prestazioni sociosanitarie da parte di chi ne ha realmente bisogno. Ora il testo del Dpcm passa al vaglio delle competenti commissioni parlamentari per un parere e poi in consiglio dei ministri per l'approvazione definitiva.

Il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio sottolinea che il nuovo Isee è uno «strumento di equità e giustizia più utile di quello precedente con cui si esce dal vizio italiano per cui chi fruisce di prestazioni agevolate non pensa che ne priva altri che ne hanno bisogno». Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini osserva che con il nuovo sistema «l'italia é all'avanguardia in Europa. Mi auguro che il Parlamento dia il prima possibile il parere richiesto perché ogni giorno che passa e usiamo il vecchio sistema siamo in una situazione subottimale». Positivi i commenti del'Anci: «I Comuni attendevano da tempo questo provvediemento - ha detto il presidente facente funzioni dell'Anci Alessandro Cattaneo - e il fatto di avere finalmente un indicatore più aderente alla realtà e più preciso rispecchia di più la situazione reale. E' un tema di equità sociale e di giustizia».

«Un passo avanti importante nell'equità e nella capacità di pesare il reddito, i problemi e le caratteristiche delle persone, basti pensare al meccanismo giusto per le famiglie numerose» lo ha giudicato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani. «Stiamo parlando - ha aggiunto - di uno strumento per accedere e selezionare i servizi. Ma il problema della loro disparità sta in un altro capitolo, quello dei Lea e dei Leas».

Tra i punti salienti del provvedimento, gli aiuti alle famiglie con persone disabili o non autosufficienti. Per il calcolo dell'indicatore della situazione reddituale, vanno infatti sottratte - fino a un massimo di 5mila euro - le spese sanitarie per disabili, le spese per l'acquisto di cani guida e le spese sostenute per i servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti sordi, ma anche le spese mediche e di assistenza specifica per i disabili.

«Per quanto riguarda la disabilità - si legge in una nota del Governo - la scelta fondamentale che si compie con la riforma è di non considerare in modo indistinto tutto il mondo delle persone con disabilità, ma di riclassificarlo in tre distinte classi : disabilità media, grave e non autosufficienza. Nell'Isee riformato si riconosce un abbattimento diretto del reddito della famiglia dove è presente il disabile, articolato in funzione del grado di disabilità, che risulta vantaggioso, in misura maggiore per i disabili più poveri e per quelli più gravi». Dal calcolo del reddito complessivo, vanno infatti sottratte, nel caso in cui facciano parte del nucleo familiare persone con disabilità media, per ciascuna di esse, una franchigia pari a 3.500 euro; per persone con disabilità grave, una franchigia pari a 5mila euro; per persone non autosufficienti, una franchigia di 6.500 euro.
E vengono escluse dal reddito complessivo anche la spesa sostenuta per collaboratori domestici e addetti all'assistenza personale (inclusi i contributi versati) e le spese per assistenza personale, anche nel caso di acquisizione dei servizi presso enti fornitori. Fanno parte delle detrazioni anche le rette per l'ospitalità alberghiera, nel caso in cui un componente del nucleo familiare non autosufficiente sia ricoverato presso strutture residenziali nell'ambito di percorsi assistenziali integrati di natura socio-sanitaria.
Per consentire alle famiglie di fornire un quadro il più vicino possibile alla situazione reale, resta inoltre in piedi la possibilità di ricorrere all'«Isee corrente», una sorta di aggiornamento dell'indicatore, ma solo se c'è una variazione superiore al 25 per cento dell'indicatore della situazione reddituale.
Si stringe la cinghia invece sulle donazioni dell'ultimo minuto, uno stratagemma utilizzato spesso per accedere indebitamente a prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria. Per le prestazioni erogate in ambiente residenziale a ciclo continuativo, le donazioni di parte del patrimonio immobiliare avvenute successivamente alla prima richiesta delle prestazioni continuano infatti a essere «valorizzate» nel patrimonio del «donante». Allo stesso modo sono valorizzate nel patrimonio del donante le donazioni effettuate nei tre anni precedenti la richiesta di prestazioni. Restano inclusi, nel calcolo del reddito complessivo, trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito.