Dal Governo

Superticket sulla specialistica: Bersani vuole abolirlo cancellando le consulenze

La sanità pubblica spende ogni anno 790 milioni di euro in consulenze, la maggior parte delle quali sono inutili, come ha denunciato la Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale presieduta da Ignazio Marino. Mentre i cittadini spendono di tasca propria 834 milioni l'anno per pagare i ticket sulle visite specialistiche.

Partendo da questi presupposti e poiché «il ticket è una delle tasse più odiose e ingiuste perché è una tassa che ricade su chi è più malato, vogliamo eliminare tutte quelle consulenze che non servono per tutelare la salute e abolire il ticket per sollevare da una spesa aggiuntiva quei cittadini che si devono curare».

Ad affermarlo è il segertario Pd Pier Luigi Bersani, che conferma il giudizio e l'ipotesi espressa ieri da Marino, che aveva riscosso già i pareri favorevoli di Cgil e Tribunale dei diritti del malato.

«Noi siamo - ha aggiunto Bersani - per il mantenimento di un servizio sanitario nazionale pubblico e per tutti. Di fronte alla malattia non c'è per noi né povero né ricco. E questo è il modo giusto per garantirlo: non con tagli lineari, ma con più efficienza, guardando davvero nelle pieghe dei conti della sanità ed eliminando gli sprechi e le spese superflue».

E sulla sanità è sceso in campo anche Silvio Berlusocni: «In questo momento la generalità dei cittadini italiani é scontenta del suo Stato e sente che lo Stato non é adeguato ai compiti e alle garanzie che dovrebbe dare a tutti i cittadini e che il rapporto tra imposte e servizi é deficitario», ha detto intervenendo a un'iniziativa elettorale al centro congressi dell'Istituto oncologico Regina Elena, dopo aver siglato con Francesco Storace il 'patto per la sanita« del Lazio.

Berlusconi ricorda che con Storace ministro della Sanità «decidemmo un affidamento di risorse agli ospedali di ricerca e cura e 20 milioni su 100 andarono a due ospedali di Roma, ed era stato considerato un toccasana, poi arrivò un altro governo e negò quanto era stato fatto, dissipando tutto in una miriade di interventi con conseguenze negative sul piano della ricerca. Oltretutto - aggiunge l'ex premier - lo Stato nell'ultimo anno con l'avvento di un governo non eletto ha addiruttura peggiorato questo rapporto, che vale in negativo anche nell'assistenza sanitaria nazionale e considerando i ritardi e i tempi enormi con cui lo Stato presta le sue cure anche per le prime indagini mediche, é naturale che si sia insinuata sfiducia e scontentezza dei cittadini verso lo Stato».