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Ricetta per invertire l'abuso di antibiotici in Italia

di Carlo Signorelli (presidente Siti-Società italiana di Igiene)

L'Italia è uno dei paese dell'UE con la più alta incidenza di infezioni da microrganismi resistenti diventate ormai un'emergenza di sanità pubblica anche nell'agenda della Unione Europea. Si è arrivati a questa situazione soprattutto per un uso eccessivo e improprio degli antibiotici per molti anni sia in campo umano che veterinario.
L'impatto sulla salute è rilevante con stime di circa 25mila morti all'anno nella Unione europea anche se una recente stima del Regno Unito evidenzia incidenza e mortalità ben superiori. A ciò si aggiunge un aggravio sui tempi di degenza, sugli interventi terapeutici e quindi sui costi sanitari stimati dall'ECDC in 1,5miliardi di euro in più all'anno per i paesi della UE.
La tendenza all'aumento dell'antimicrobico-resistenza può essere invertita solo da una combinazione di interventi efficaci: la promozione dell'uso prudente di antibiotici, sia nelle strutture sanitarie che presso i medici di famiglia; strategie di controllo delle infezioni correlate all'assistenza con attuazione di tutte le procedure e i comportamenti individuali per una corretta prevenzione; prescrizioni più appropriate con maggiore utilizzo degli esami lavoratoristici e degli antibiogrammi; uso dei vaccini per le malattie prevenibili con l'immunizzazione; stretto controllo dell'impiego di antibiotici nel settore veterinario. Per fare ciò occorre una campagna informativa capillare nella popolazione e anche nel personale sanitario sulla gravità del fenomeno e sui metodi per contenerlo, sfatando luoghi comuni come il fatto che in caso di infezione serva sempre l'antibiotico.


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