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ESCLUSIVA/ Osservatorio Orme: la responsabilità sanitaria, problemi e prospettive

di Osservatorio sulla Responsabilità Medica (OR.Me.)

La responsabilità professionale rappresenta oggi l'elemento di maggiore criticità per lo svolgimento della quotidiana attività medica. La serenità con cui i medici dovrebbero esercitare le proprie attività viene condizionata negativamente da timori di eventuali azioni giudiziarie, in sede penale e civile e, non ultimo, erariale da parte di pazienti che si ritengono poco soddisfatti della prestazione ricevuta.
Per cercare di contribuire ad individuare strumenti di valutazione scientifica più corrispondenti alla realtà del fenomeno si è tenuto venerdì 20 marzo, presso la Corte d'Appello di Roma il convegno dal titolo "La responsabilità sanitaria: problemi e prospettive", organizzato da O.R.Me. (Osservatorio sulla Responsabilità Medica) insieme al Tribunale Civile e la Corte d'Appello di Roma e la Fondazione Policlinico di Tor Vergata.
Il convegno ha reso possibile una nuova riflessione sui risultati di una indagine a carattere scientifico condotta da Magistrati del Tribunale di Roma, da Docenti di Medicina e di Giurisprudenza dell'Università di Roma Tor Vergata, Avvocati ed esponenti dell'Ordine Professionale dei Medici di Roma eseguita su oltre 2000 sentenze emesse dal Tribunale Civile di Roma in materia di responsabilità professionale medica.


I dati. Per quanto riguarda il giudizio di responsabilità il 32,52% delle sentenze hanno basato la loro valutazione negativa sulla condotta omissiva del/i sanitario/i mentre il 67,48% sulla condotta commissiva di questo/i. Per la voce riguardante le consulenze che hanno ravvisato profili di colpa e quelle che non hanno ravvisato responsabilità è emerso che nel 34,72% la CTU ha escluso la colpa mentre nel 65,28% l'ha individuata.
Per quanto riguarda le sentenze che hanno condiviso la CTU è risultato che l'86,96% hanno condiviso la consulenza tecnica d'ufficio, il 4,53% non hanno condiviso la CTU mentre l'8,50% l'hanno parzialmente condivisa.
Per quanto riguarda la tipologia di errore è emerso che il 17,33% delle sentenze hanno ravvisato un errore clinico-diagnostico; il 73,94% un errore chirurgico-terapeutico e nell'8,74% hanno ravvisato dell'altro.

Il progetto Orme. L'iniziativa rappresenta, per la dimensione del campione assunto, l'ampiezza e l'attualità delle problematiche affrontate, un inedito nel panorama dei rilevamenti condotti con metodo scientifico su uno dei più rilevanti settori dell'attività socio-economica nazionale.
Il progetto ORMe nasce nel 2007 sulla base di una convenzione sottoscritta dal Tribunale e dalla Corte d'Appello di Roma, dall'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dall'Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma avente ad oggetto l'analisi della giurisprudenza del Tribunale di Roma sin dall'anno 2001 sulla responsabilità professionale medica.
Nell'ambito della convenzione è stato istituito un osservatorio permanente della responsabilità professionale in medicina (O.R.Me) deputato al monitoraggio dei procedimenti giudiziari civili e penali in tema di responsabilità professionale in ambito sanitario con l'intento di promuovere lo studio e la ricerca giurisprudenziale e dottrinale in materia di responsabilità professionale medica. Il Tribunale di Roma ha messo a disposizione le sentenze pronunciate in materia di responsabilità professionale medica in sede civile registrate su supporto informatico. Uno speciale programma, denominato SIRFIND, in uso al Tribunale di Roma, ha consentito di effettuare ricerche sulla base dei dati reperibili negli archivi informatici. Un team di ricercatori dell'Università utilizzando un software appositamente ideato denominato ORMe che, con la tecnica dei database strutturati, ha permesso di archiviare e classificare le informazioni più significative.
Il progetto si articola nella identificazione, tracciatura e analisi del contenzioso condotta attraverso uno strumento di rilevazione appositamente ideato che consente di individuare, non solo i costi effettivi della negligenza, dell'errore, della c.d. malpractice del singolo operatore o delle strutture sanitarie, e di evidenziarne l'incidenza statistica sul totale del contenzioso, ma altresì la effettiva sussistenza ed entità, anche in termini economici, delle fattispecie di responsabilità dedotte in giudizio.

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