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I vaccini tra promesse di più salute per tutti e timori infondati

di Paolo Bonanni (Dipartimento di Scienze della Salute – Università degli Studi di Firenze)

I vaccini continuano a esercitare un fondamentale ruolo preventivo, che non trova pari in alcun altro settore della medicina. Non a caso l'Organizzazione mondiale della Sanità afferma da anni che i vaccini sono la più grande scoperta medica mai fatta dall'uomo, e che il loro impatto sulla sopravvivenza e il prolungamento della speranza di vita è paragonabile a quello reso possibile dalla disponibilità di acqua potabile.
Negli ultimi anni abbiamo visto progressi impressionanti grazie alle vaccinazioni. In un decennio, grazie all'innalzamento delle coperture vaccinali contro il morbillo, le morti dovute a questa temibile malattia si sono dimezzate nel mondo, passando da circa 800.000 a circa 400.000 ogni anno. Ma anche da noi il morbillo è una malattia molto temibile, ed è per questo che dobbiamo perseguire con forza l'obiettivo di eliminazione nel nostro Paese e in Europa. Disponiamo oggi di un efficace vaccino contro la varicella, che rimane la malattia esantematica infantile più diffusa perché ancora poco prevenuta, che non è sempre una malattia benigna, specie se contratta da adolescenti ed adulti. Enormi progressi sono stati fatti nella prevenzione delle meningiti batteriche: dopo la diffusione dell'utilizzo di vaccini coniugati contro Haemophilus influenzae di tipo b, pneumococco e quattro ceppi di meningococco, la recente disponibilità del primo vaccino contro il meningococco B rende ormai prevenibili tutte le forme più importanti di meningite e sepsi.

Peraltro, anche gli anziani, colpiti in gran numero da polmoniti e meningiti da pneumococco possono oggi beneficiare del vaccino coniugato. Gli anziani possono oggi trovare anche una risposta alla temibile sindrome dolorosa cronica che segue spesso l'Herpes zoster, la Nevralgia Post-Erpetica, grazie a un vaccino presto disponibile in Italia. Ed è cruciale sottolineare l'importanza di aderire all'offerta per l'età adolescenziale del vaccino contro il Papilloma Virus, causa del tumore dell'utero e di altri cancri, oggi effettuato da meno del 70% delle ragazze dodicenni. E' paradossale notare la spasmodica (e umanissima) attesa da parte della popolazione di rimedi terapeutici contro il cancro, e vedere che quando una misura in grado di prevenire del tutto (non curare!) l'80% dei casi di un cancro mortale come quello del collo dell'utero, vi sia un terzo di genitori e ragazze che ritengono tale offerta non interessante…

C'è davvero bisogno di uno sforzo congiunto di istituzioni, personale sanitario e mondo della comunicazione per fare comprendere l'importanza della immunizzazione per tutte le età, uno dei più efficaci e naturali modi per incrementare la nostra salute come individui e società.
Anche la storia del presunto rapporto tra vaccinazione anti-influenzale e morti in persone anziane (rivelatasi infine, come previsto, del tutto infondata) impone una profonda riflessione su rapporto tra rischi e benefici della gestione di tali ‘crisi comunicative'. Purtroppo, chi paga la scelta di una comunicazione istituzionale sempre più difensiva su ipotesi di correlazioni causali del tutto improbabili sono le categorie più deboli e a rischio di complicanze e morte per malattie che il vaccino previene. Il crollo delle coperture per la vaccinazione influenzale che è seguito ad un'epidemia di paura collettiva avrà come effetto il verificarsi di più complicanze e più morti. Chi, anziano o malato cronico, disorientato da una informazione non equilibrata nello smentire con altrettanto rilievo quanto paventato in un primo momento, ha deciso quest'anno di abbandonare la pratica vaccinale raccomandata dal proprio medico di famiglia, correrà un serio rischio di gravi conseguenze per un'influenza non più prevenuta: nei prossimi mesi ne potremo trarre un bilancio.

Il paradosso dei vaccini è evidente: si tratta dei prodotti farmaceutici più sicuri e controllati, ma subiscono i timori più diffusi per il solo fatto che sono usati per prevenire le malattie piuttosto che per curarle. Chi si pone mai il problema, di fronte alla necessità dettata da sintomi di malattia, di considerare i possibili effetti collaterali di un farmaco anti-infiammatorio? Eppure, la semplice lettura di un foglietto illustrativo farebbe capire quanto di più si rischi con l'anti-infiammatorio rispetto a qualsiasi vaccino… Oltre a questo, dietro all'attacco ai vaccini sui media e social network si celano conflitti di interesse inconfessabili e mai messi in dovuto rilievo: medici propugnatori di rimedi ‘alternativi' di indimostrata efficacia ma pagati profumatamente; pseudo-ricercatori interessati a finanziamenti per i propri studi ‘di frontiera' che non portano tuttavia ad alcuna dimostrazione utile; sempre più numerosi avvocati in cerca di clienti che avviino azioni legali per indennizzi o risarcimenti per presunti (e mai scientificamente dimostrati) danni da vaccino. E, quindi, sempre maggiori rischi di vedere ritornare malattie ormai dimenticate grazie ai programmi vaccinali, o impossibilità di sfruttare l'enorme vantaggio per la salute di bambini, adolescenti e adulti delle nuove vaccinazioni che lo sviluppo scientifico e tecnologico ci mettono a disposizione. Se ne discuterà anche ad un convegno che riunirà alcuni tra i massimi esperti di vaccinazioni in Italia il prossimo 21 gennaio a Firenze.