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L'aria pulita non piace alla Commissione Ue. Riusciremo a farla diventare un interesse del Governo italiano?

di Giacomo Toffol, gruppo Pediatri per un mondo possibile-Ass.Cult. Pediatri

Le recenti decisioni della Commissione Europea sui temi dell'inquinamento ambientale hanno suscitato forti preoccupazioni in seno alla comunità scientifica e alle associazioni ambientali italiane. Il 12 novembre scorso la Commissione Europea ha presentato a Matteo Renzi, in qualità di presidente del Consiglio dell'Unione Europea, e a Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, la proposta di Programma di lavoro per il 2015 da cui emerge il "taglio" dalle priorità – e quindi verosimilmente dal Programma stesso – del cosiddetto "Pacchetto Aria", contenente proposte cruciali per migliorare la qualità dell'aria che respirano i cittadini.
L'eliminazione di queste azioni comporterebbe la rinuncia a un pacchetto legislativo (comprendente la direttiva sui limiti nazionali alle emissioni, oltre ad altre decisive proposte legislative) cruciale per ridurre lo spaventoso bilancio sanitario dell'inquinamento atmosferico in Europa.
Eppure è impossibile pensare che i nostri politici non siano a conoscenza dei rischi per la salute connessi all' inquinamento atmosferico. Respirare continuamente aria non salubre espone i bambini al rischio di sviluppare importanti patologie a carico dell' apparato respiratorio e non solo. L'esposizione ad aria inquinata durante la gravidanza si associa ad alterato sviluppo del polmone nel feto e maggior rischio di morte del lattante, e l'esposizione a lungo termine nel bambino è associata a una riduzione dello sviluppo polmonare e all'insorgenza di asma. Lo scorso anno l' Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha confermato che l'inquinamento causato dal traffico automobilistico è cancerogeno. I dati di un grandissimo studio epidemiologico appena pubblicati (studio Escape) hanno dimostrato inoltre una correlazione tra inquinamento atmosferico e patologia cardiovascolare nell' adulto.

Morti per inquinamento in crescita. Tutto questo fa si che solo in Italia muoiano prematuramente oltre 67mila persone per l'elevato inquinamento dell'aria. In Europa sono circa 450mila i cittadini che muoiono prematuramente ogni anno per tale causa ed i costi esterni per la società, collegati alla salute, si aggirano in una quota fra i 330 e 940 miliardi di euro l'anno, come si legge nel recente Rapporto 2014 sulla qualità dell'aria pubblicato la scorsa settimana dall'Agenzia Europea per l'Ambiente.
E sono passati solo 4 anni dall'ultima Conferenza Intergovernativa Europea su ambiente e salute promossa dall' Oms e organizzata proprio dal nostro governo a Parma.
Solo 4 anni da quando avevamo dato ancora fiducia ai nostri governanti quando dichiaravano, al termine della Conferenza "ci impegneremo a intensificare gli sforzi per sviluppare, migliorare ed implementare la salute e la legislazione ambientale e promuoveremo gli investimenti per promuovere delle tecnologie sostenibili e rispettose dell'ambiente e della salute." (firmava allora per l ‘Italia il ministro Ferruccio Fazio)
E la commissione Europea da allora aveva lavorato seguendo queste indicazioni. Erano già state approntate infatti proposte dettagliate per molti degli elementi che compongono il Pacchetto Aria, fra cui la nuova direttiva sui limiti nazionali alle emissioni. Inoltre sono già in fase avanzata le proposte necessarie ad affrontare il tema cruciale delle emissioni reali delle automobili per mezzo di nuovi test dei livelli di emissioni dei veicoli su strada. Ma il nuovo presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, come ha dimostrato con la proposta di Programma di lavoro per il 2015, non sembra intenzionato a procedere su questa strada.
Il problema di cui si discute è molto grosso, estremamente grave per il suo impatto sulla popolazione di tutta Europa in termini di perdita di vite umane, e questo improvviso cambio di rotta non può essere accettato passivamente.

Lettera a Renzi da 22 associazioni. Proprio per opporsi a questa decisione che rappresenterebbe un gigantesco passo indietro nella difesa dei diritti dei cittadini a respirare aria pulita, il 24 novembre è stata inviata una lettera al Premier Renzi, al ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti, al ministro della salute Beatrice Lorenzin e ai presidenti di Camera e Senato. Nella lettera si invita il nostro Premier, nella sua veste di presidente del Consiglio dell'Unione Europea in carica a fare pressione sulla Commissione Europea per revocare questa decisione.
La lettera è stata firmata da 22 associazioni, quindi rappresenta il pensiero di numerosissimi medici, ricercatori e ambientalisti che si occupano della salute della popolazione italiana, e che riflettono tra l'altro l' opinione comune della maggioranza della popolazione Europea, come dimostra un recente sondaggio dell' Eurobarometro, secondo cui il il 77% dei cittadini dell'Ue crede che i problemi ambientali si ripercuotano direttamente sulla propria vita quotidiana e per il 56% dichiara di essere preoccupato prevalentemente per l'inquinamento dell'aria.

Forse questa forte iniziativa riuscirà a smuovere l' inerzia con la quale il governo italiano sembrava aver accettato le decisioni della Commissione Europea. Un primo segno di questo è l'adesione del governo italiano a una lettera che i ministri di 11 stati membri hanno inviato alla Commissione Europea lunedì primo dicembre per sollecitare i Commissari a mantenere tra le priorità dei prossimi anni le azioni previste dal Pacchetto Aria. Per l'efficacia delle politiche a favore di un aria pulita è fondamentale l'apporto della legislazione europea, hanno affermato i ministri di Germania, Francia, Spagna, Italia, Svezia, Belgio, Grecia, Portogallo, Slovenia, Cipro e Lussemburgo, sottolineando come «l'inquinamento atmosferico rappresenta un grave onere sanitario ed economico per i cittadini europei» e ridurre l'inquinamento dell'aria può essere «una fonte di importanti risparmi, grazie alla riduzione dei costi dell' assistenza sanitaria che comporterebbe ».
Ma non possiamo accontentarci solo di questo, anche se è già un primo segnale positivo. La pressione sulla Commissione Europea perché la riduzione dell' inquinamento atmosferico mantenga il suo ruolo prioritario nelle strategie politiche deve continuare ed essere più incisiva, con l'intervento in prima persona del Presidente di turno del Consiglio dell' Unione Europea.
Speriamo che ribadire ancor una volta al nostro premier l'importanza ed il coinvolgimento di queste problematiche lo spingano a rispondere al nostro appello ed a confrontarsi su questi temi con la Commissione Europea.