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Come creare una leadership per lo sviluppo della sanità digitale

di Pierpaolo Maggi, responsabile Ecdl Health - Aica (Associazione italiana per l'informatica e il calcolo automatico)

La sanità elettronica nel suo complesso è un'opportunità fondamentale per migliorare i processi di cura e aumentare l'efficienza nell'uso delle strutture ospedaliere e territoriali.

Nel nostro Paese il percorso di digitalizzazione nel settore sanitario procede da tempo, ma con lentezza: ancora nel 2013, secondo dati di una ricerca Himms Analytics Europe presentati al Forum Pa, sette strutture su dieci non vanno oltre la cartella elettronica, e la quota di spesa sanitaria ospedaliera per l'informatizzazione era pari appena all'1,4% del totale.
A fronte del progressivo sviluppo dell'Agenda digitale italiana è lecito attendersi una accelerazione, quanto mai necessaria sia per offrire ai cittadini servizi sanitari innovativi e più efficienti, sia per realizzare significativi risparmi. L'Osservatorio Ict in Sanità del Politecnico di Milano ha quantificato di recente in circa 15 miliardi di euro l'anno i risparmi ottenibili da un impiego efficace delle tecnologie digitali e dalla migliore erogazione di servizi - senza comprendere peraltro nella stima altri elementi, quali a esempio le efficienze che possono essere indotte da un migliore e più rapido accesso all'informazione e alla documentazione scientifica su supporto elettronico, da parte di operatori e pazienti.

Un fattore fondamentale per il successo del percorso verso la sanità digitale è rappresentato da una adeguata competenza nell'utilizzo degli strumenti a essa connessi, da parte di tutto il personale medico, infermieristico, tecnico, amministrativo. L'ignoranza informatica ha costi insostenibili in termini di perdita di produttività e può arrivare a vanificare i risultati di sforzi di aggiornamento tecnologico importanti; anche per la sanità digitale vale ciò che Aica afferma da tempo in tema di Agenda digitale, ovvero la necessità di allineare all'investimento in tecnologie un adeguato investimento in cultura e competenze.

Per la realizzazione completa di una sanità digitale efficace ed efficiente, non bisogna però fermarsi alla sola formazione operativa sugli strumenti digitali.

È necessario investire anche nella creazione di quella che la Comunità europea ha definito "e-leadership": ovvero investire nella creazione di un "humus" di competenze che non sono soltanto digitali, ma che incrociano diverse altre discipline, così che chi guida le organizzazioni sia in grado di comprendere al meglio le opportunità tecnologiche e di conseguenza utilizzarle al massimo, e chi opera in una organizzazione sappia comprendere il valore delle innovazioni introdotte nella sua quotidianità e sviluppi un atteggiamento favorevole.

Anche secondo l'Agid, che ha inserito lo sviluppo dell'e-leadership nel piano delle competenze digitali, è questa la vera sfida dell'innovazione: diffondere competenze che tutti i lavoratori dovrebbero avere, necessarie a "Immaginare, proporre, promuovere e animare l'innovazione" nelle organizzazioni; guidati in questo dall'impegno e dall'esempio di figure di vertice (e-leader) che abbiano fatto questa strada e siano in grado di patrocinare, sostenere, stimolare l'atteggiamento collaborativo e innovativo necessario.

In particolare nella sanità digitale, ciò significa essere capaci di progettare, implementare e gestire servizi in telemedicina, e strumenti operativi e amministrativi digitali attraverso un percorso nuovo, in cui si incontrano diverse discipline: informatica, ingegneria, medicina, biologia, economia aziendale, project management, governance di sistema, statistica e documentazione...

Sono percorsi il cui sviluppo non può essere pianificato senza una adeguata conoscenza del fenomeno, e comunque non senza avere coinvolto tutti i livelli dell'organizzazione sanitaria: con una formazione di base degli operatori sanitari, una formazione manageriale specifica a livello di Direzione generale e sanitaria e una formazione specialistica dei medici.

L'obiettivo finale è la diffusione di una cultura digitale che, attraverso interventi di formazione specifici per le varie figure professionali, unisca i più vari elementi: il saper fare tecnologico, che investe gli strumenti del lavoro quotidiano e soprattutto l'essenziale elemento della programmazione e gestione della sicurezza operativa e del dato nei sistemi di sanità digitale; la consapevolezza che scegliere e utilizzare sistemi informatici senza padroneggiarli è un rischio, che inoltre compromette la buona governance del sistema sanitario e il livello delle prestazioni; la comprensione dell'impatto complessivo delle tecnologie utilizzate sulle procedure di cura e di assistenza.

È necessaria quindi una azione pensata e concertata, cui Aica sta dando il suo contributo partecipando ai diversi tavoli dell'Agenda digitale e contribuendo alla riflessione sul tema, sulla scorta anche di un serrato confronto con le associazioni delle professioni sanitarie e del settore e con la comunità accademica; il tutto configurando e progettando percorsi di allineamento che consentano di ricondurre anche le competenze digitali del settore sanitario nel quadro dei framework europei di definizione delle competenze (e-Cf), così da allineare il percorso italiano al percorso europeo dell'Agenda digitale anche per questo importante aspetto.

LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SULLO SVILUPPO DELL'E-HEALTH SU IL SOLE-24 ORE SANITA' N. 14/2014