Commenti

Emergenza-urgenza: i pericoli di una specializzazione «mai nata». I perché della mobilitazione di Roma

di Valeria Donati (medico in formazione specialistica in Medicina d'emergenza-urgenza, rappresentante nazionale giovani Simeu)

Mi chiamo Valeria Donati, sono un medico in Formazione specialistica in Medicina d'emergenza-urgenza al V e ultimo anno presso l'Università degli Studi di Siena, rappresentante nazionale giovani Simeu (Società italiana di Medicina d'emergenza-urgenza) e in questo momento parlo a nome di tutti i medici in formazione di questa specialità.

La Medicina d'emergenza-urgenza è una branca nuova in questo paese, nata nel 2008 per avvicinare gli standard culturali ed operativi in ambito di Pronto soccorso ed emergenza territoriale a quelli internazionali (ad esempio Usa e Australia, dove il medico di emergenza è una figura di alta rilevanza e di grande prestigio).

Cos'è la specializzazione in emeregenza-urgenza
La formazione di questi nuovi specialisti prevede un percorso assai complesso e variegato, della durata di 5 anni, all‘interno del quale il giovane medico impara ad affrontare l‘emergenza – urgenza nelle più complesse situazioni umane, sociali e ambientali. La specializzazione si articola in momenti formativi svolti all'interno dell'ambito ospedaliero e sul territorio; al termine dell'attività curricolare saranno acquisite le conoscenze e le skills specifiche non solo per poter e saper trattare il paziente in situazioni avverse e di urgenza imminente, ma anche saper affrontare situazioni emotive, problematiche sociali e d' integrazione ai più svariati livelli.

Lo specialista che ancora non c'è
A oggi (e fino a luglio 2014) in Italia non esiste lo specialista in emergenza-urgenza (Meu): i reparti di emergenza vedono nel loro organico medici provenienti da specialità molto varie, che hanno speso anni a formarsi in altre discipline.

Lo specialista in emergenza-urgenza ha scelto di crescere e lavorare in un Pronto soccorso e sta compiendo un percorso formativo adeguato per fornire al cittadino la più alta qualità di cura nel minor tempo possibile. Molti giovani studenti inoltre affollano i reparti di pronto soccorso e medicina d'urgenza spinti da una sana passione per questa nuova specialità, frequentando assiduamente e confrontandosi quotidianamente con noi medici in formazione e crescendo anch'essi con la speranza di diventare specialisti dell'emergenza – urgenza.

«Tagliati» (e non riconosciuti) prima di nascere
Questa figura, nonostante la sua rilevanza e la sua essenzialità, è minacciata dai tagli lineari che il governo sta apportando alle borse di specializzazione in area medica: il fabbisogno stimato dalle regioni per l'emergenza-urgenza è, infatti, di almeno 300 borse annue, mentre in questo momento ne sono fornite 46 (circa il 15% del totale) comportando una frammentazione delle competenze e una disomogeneità del personale di Pronto soccorso. Non è peregrina addirittura l'ipotesi di una possibile chiusura della scuola di specialità, a soli cinque anni dalla sua nascita e prima ancora che i suoi frutti vedano la luce.

Inoltre i nuovi specialisti in emergenza-urgenza che entreranno nel mondo del lavoro a luglio 2014 non sono ancora riconosciuti come classe specialistica e non esistono ancora normative ad hoc. Sfiorando il limite del paradosso, tuttora, in assenza di legiferazione in merito, il neospecialista potrebbe non avere riconosciuta la sua qualifica specifica in sede concorsuale , venendogli quindi meno il punteggio relativo al riconoscimento del titolo accademico acquisito.

La mobilitazione
A causa di tutto ciò tutti noi medici in Formazione, abbiamo deciso di mobilizzarci con l'appoggio dei direttori delle nostre Scuole di specializzazione e con l'aiuto della nostra società scientifica (Simeu) per sensibilizzare la cittadinanza.

E' nata una campagna informativa su scala nazionale al fine di informare i cittadini e le istituzioni sulla gravità delle conseguenze di tali decisioni, che avrà la sua massima visibilità domani 5 marzo, dalle ore 12, presso la sede Miur di Roma con un flash mob da noi organizzato.

Un flash mob sugli effetti dei tagli
La scena esordisce con un "passante" che si sente male e cade a terra svenuto per un arresto cardiaco. Qualche passante chiede aiuto e i primi specializzandi Meu cominciano ad accorrere prestando i primi soccorsi, alla persona priva di coscienza. Sullo sfondo, dietro ad un tavolino con la scritta "ministero", una persona vestita con abiti eleganti prende una lista riportata su alcuni fogli e comincia a "depennare" dei nomi. Man mano che questi vengono "depennati", gli specializzandi Meu cadono a terra, interrompendo la rianimazione. Altri specializzandi accorreranno (fino a terminare le persone partecipanti presenti) e tutti, uno dopo l'altro, cadranno a terra. Quando anche l'ultimo sarà caduto, apparirà una scritta:
«Più tagli, meno persone salverai: no alla riduzione dei posti per gli specilizzandi di Medicina d'emergenza-urgenza».
Verranno effettuate esercitazioni di Bls (base life support) con manichini per tutti i passanti interessati.
Ci aspettiamo una partecipazione attiva da parte di tutta la popolazione e di tutti i colleghi interessati.

Dott.ssa Valeria Donati