Lavoro e professione

ESCLUSIVA/ Tavolo ex art. 22: nuova bozza delle Regioni in cantiere. Lo specializzando in corsia con contratto pre-dirigenziale

di Rosanna Magnano

Specializzazione in corsia per i laureati in Medicina con contratto pre-dirigenziale (previo concorso pubblico) a spese della Regione e contestuale inserimento in sovrannumero nelle Scuole. Sono i contenuti della nuova bozza del ddl delega ex art. 22 del Patto per la Salute a cui stanno lavorando tre tecnici regionali (Liguria, Veneto ed Emilia Romagna). L'ipotesi sarà poi sottoposta agli assessori regionali e presentata a ministero della Salute e Miur in un prossimo incontro, previsto entro la fine del mese, in cui la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, dovrebbe anche illustrare i nuovi Lea. E' questa la tabella di marcia decisa nel corso del tavolo che si è svolto oggi pomeriggio.

La bozza in cantiere assumerà come «base» la proposta governativa presentata nel corso del precedente tavolo (vedi documento allegato, ipotesi B) - ossia la creazione di un doppio canale (scuole di specializzazione-teaching hospital) all'interno di reti formative regionali accreditate con la possibilità per i laureati in medicina di specializzarsi in corsia - ma con un'integrazione importante: gli ospedali che fanno parte della Rete formativa accreditata dalle Università potranno assumere con contratto pre-dirigenziale (finanziato con fondi regionali) laureati abilitati che saranno inseriti nella scuola di specializzazione in sovrannumero e che alla fine del percorso formativo in corsia conseguiranno la specializzazione e potranno concorrere all'assunzione con contratto dirigenziale.

In questo modo, spiegano i tecnici, la singola Regione, sulla base dei propri fabbisogni assistenziali, concorderà con l'Università, attraverso una specifica convenzione, l'inserimento in sovrannumero di un certo numero di medici nelle Scuole, che alla fine si specializzeranno lavorando. Quindi non con borsa di studio ma con uno stipendio pagato dal Ssr. Le sole specializzazioni escluse dalla possibilità del doppio canale sarebbero Pronto soccorso, Anestesia e Radiologia. Questa ipotesi, a detta delle Regioni, risolverebbe il problema dell'imbuto formativo post lauream inserendo i giovani medici direttamente nel mondo del lavoro a 25 anni (o giù di lì).

Nel caso in cui l'accordo con l'Università regionale non fosse possibile, la Regione dovrebbe poter stipulare convenzioni anche con università europee (ipotesi realistica più che altro per le regioni di confine per ovvie ragioni logistiche).

Su questa idea sono state concordi praticamente tutte le Regioni, tranne la Campania, che si riserva di esprimere la propria posizione in un momento successivo. Poi la palla passerà nuovamente a Salute e Miur.