Dal governo

Via libera dell'Economia al nuovo statuto Iss: decreto vicino

di Manuela Perrone

È arrivato l'ok della Ragioneria generale al nuovo statuto dell'Istituto superiore di sanità. Che finalmente si appresta a essere approvato da un decreto Salute-Economia con un ritardo di quasi due anni rispetto alla tabella di marcia: secondo il Dlgs 106/2012 di riordino degli enti vigilati dal ministero della Salute, entrato in vigore il 7 agosto 2012, avrebbe dovuto essere varato entro sei mesi, cioè entro febbraio 2013.

Il testo che siamo in grado di anticipare descrive l'Istituto – che deve essere riformato, al pari di Aifa e Agenas - come «organo tecnico-scientifico del ministero della Salute» deputato alla tutela della salute pubblica «attraverso lo svolgimento delle funzioni di ricerca, controllo, consulenza, regolazione e formazione». Rispetto alle bozze su cui si era acceso il confronto tra il Cda e i sindacati, che qualificava l'Iss come «ente di diritto pubblico» vigilato dalla Salute, il nuovo statuto sottolinea che «l'Istituto opera come ente pubblico di ricerca con autonomia scientifica, organizzativa, amministrativa e contabile».

Confermata una diade "forte" al vertice. Con un presidente proposto al presidente del Consiglio dal ministero della Salute tra personalità appartenenti alla comunità scientifica, «dotato di alta e riconosciuta professionalità documentata attraverso la presentazione di curricula in materia di ricerca e sperimentazione nei settori di attività dell'Istituto» e chiamato a predisporre il piano triennale dell'Istituto. E un direttore generale, nominato dal ministro su proposta del presidente, «scelto tra persone munite di diploma di laurea magistrale o equivalente e di comprovata esperienza amministrativa e gestionale» e destinatario di una vasta gamma di compiti: ha la responsabilità della gestione dell'Iss, definisce gli obiettivi dei dirigenti dell'area operativa amministrativa ma fornisce anche supporto strategico all'area tecnico-scientifica, e sviluppa persino l'informazione e la comunicazione istituzionale dell'ente.

Dipartimenti e centri di ricerca diventano strutture dell'area operativa tecnico-scientifica con autonomia scientifica e gestionale, la cui disciplina è demandata a un regolamento. Non sono riconosciuti nello statuto come centri di responsabilità (e dunque di costo), a differenza delle strutture dirigenziali dell'area operativa e amministrativa.
Flessibilità, innovazione, semplicità e qualità sono richiamate come parole chiave nei princìpi generali. «Per massima trasparenza organizzativa - si legge inoltre nel nuovo Statuto - l'Istituto adotta un codice etico, nonché un apposito regolamento per prevenire, individuare e risolvere eventuali conflitti d'interesse».